venerdì 28 novembre 2008

In commemorazione dei 60 anni della Costituzione italiana




Pubblichiamo qui di seguito la lettera che il Consiglio dei Giovani di Vetralla ha inviato a settembre al Consiglio di Bomarzo in occasione della commemorazione dei 60 anni della Costituzione italiana da loro organizzata:


 Questo che andiamo ad introdurre non vuole essere un anonimo elogio di una Costituzione che nell’immaginario comune rimane un qualcosa di lontano nello spazio e nel tempo, un astratto “insieme di leggi”: “sta là, c’è sempre stata.. a qualcosa servirà”.

Senza la presunzione di conoscerla appieno, né di avere le capacità di spiegarla agli altri, noi del Consiglio Comunale dei Giovani vorremmo invitarvi brevemente a riflettere su ciò che davvero rappresenta la Costituzione per tutti noi, quale sia il suo valore attuale e concreto nella vita “reale” di tutti i giorni.

 

Sarebbe da ipocriti dire che il testo fondamentale del nostro diritto è perfetto così com’è, che non necessita modifiche; infatti, come cambia e si trasforma velocemente la società, così devono cambiare le leggi che ne regolano l’ordine:d’altra parte non siamo noi a dirlo, ma lo stesso Presidente della Repubblica G. Napolitano in un discorso commemorativo del testo costituzionale.

Ma a noi interressa altro, e la ricorrenza dei 60 anni dalla firma dei costituenti deve essere occasione per riprenderla in mano questa “misteriosa”, per darci uno sguardo, e per accorgersi della sua bellezza, perché è proprio bella(!), profonda, poetica, con un sapore universale..

La Costituzione, prima di tutto, regola l’organizzazione dello Stato, è fonte del diritto ed in passato è stato anche manifesto politico, il simbolo per cui molti si sono sacrificati, un valore in cui tantissimi credevano, ed è grazie a loro che oggi godiamo dei nostri diritti e doveri, che possiamo eleggere i nostri governanti, votare referendum, professare una qualsiasi religione..in una parola, essere liberi, essere padroni del nostro destino. È nella Costituzione che troviamo le regole del vivere insieme, quelle regole che oggi tutti facciamo finta di non vedere, che ci scandalizziamo (e forse neanche più quello) quando “gli altri” le violano rubando, violentando, corrompendo, delinquendo… senza accorgerci che “gli altri” siamo noi, che le responsabilità, chi più chi meno, sono di tutti, senza scuse, senza rifugiarci nel “tanto lo fanno pure gli altri”, o “visto che quello fa come gli pare, allora lo faccio pure io”.

Leggiamola questa Costituzione, guardiamo come gli interessi di tutti vi siano inclusi, senza discriminazioni, nella coesistenza di situazioni apparentemente inconciliabili. Leggiamola e facciamola nostra, per ricostruire una COSCIENZA SOCIALE, incatenata dagli egoismi e dagli interessi personali.

 

Vorremmo aggiungere solo un’ultima cosa, a conclusione di tutto: sarebbe scioccamente riduttivo limitare lo sguardo ai confini nazionali e rifiutare l’idea che l’Europa è oggi una realtà di fatto, e che sarebbe controproducente non accettare di formare un unico popolo insieme alle altre nazioni che costituiscono il tessuto socio-culturale dell’Europa unita. Per questo una Costituzione europea (che nella sostanza sancirebbe ufficialmente prassi e norme già in vigore) è un’opportunità, anzi, l’opportunità di fare un passo deciso verso il futuro.

 

Quanta strada da quel lontano ’48, e quanta ancora ne manca..

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